Ruota di bicicletta 1913
Egli, nel suo studio a Parigi, decise di montare una ruota di bicicletta su uno sgabello. L’operazione non aveva alcuna finalità precisa, e probabilmente non fu realizzata per essere esposta. Di fatto, egli aveva creato il suo primo ready-made (bell'e fatto) «rettificato». Con tale termine egli distingueva quei ready-made sui quali interveniva con qualche intervento minimo, da quelli sui quali non produceva alcun intervento.
Scolabottiglie 1914
Lo Scolabottiglie di Marcel Duchamp è definito dallo stesso artista come un readymade, l'opera è, infatti, un prodotto in serie, comprato in un grande magazzino, e assunto ad opera d'arte dall'artista.
Fontana 1917
Fontana è un'opera ready-made realizzata dall'artista Marcel Duchamp nel 1917. Non fu mai esposta al pubblico e andò successivamente perduta. Consiste in un comune orinatoio firmato "R. Muti" e viene considerata da alcuni storici dell'arte e teorici specializzati una delle maggiori opere d'arte del ventesimo secolo. Dal 1964 esistono nel mondo sedici repliche dell'oggetto.
Il grande vetro 1915-23
Nell’opera vi è un evidente intento antologico, dato che molti degli elementi che vi compaiono erano già stati utilizzati per opere precedenti. In realtà questa è un’opera che non assomiglia ad alcunché prodotto in arte. È una specie di rompicapo, creato forse apposta per disorientare i critici portandoli ad esercizi interpretativi iperbolici come salti mortali. Ma la impossibilità di una lettura visiva diretta ci esime, in linea con lo spirito duchampiano, dal porci il problema di cosa significa quest’opera. Interessante appare tuttavia un particolare. Data la fragilità dell’opera, il vetro sul quale Duchamp lavorava, ad un certo punto, si ruppe accidentalmente. L’artista considerò l’evento come intervento del caso: decise di non porvi alcun rimedio, lasciando il vetro rotto. A quel punto smise semplicemente di lavorarci, lasciando l’opera probabilmente incompiuta. Ma a noi rimane la sensazione che in realtà quello era un percorso che lo stava, forse, portando da nessuna parte.
La macinatrice di cioccolato 1913
La vista di una macinatrice di cioccolato nella vetrina di un negozio di Rouen, fornisce a Duchamp la prima fonte d’ispirazione per il Grande vetro. L’esecuzione di questo quadro rappresenta il momento di rottura con l’attività precedente: egli rifiuta la riduzione cubista delle forme in schemi geometrici e l’organizzazione dinamica di questi schemi. Come ricorda lo stesso artista in una intervista del 1959, la macinatrice di cioccolato è completamente statica, anche se può muoversi, se la lasciate muovere. Duchamp si limita a copiare attentamente il modello nel tentativo di rappresentare la macchina nella sua fisicità per restituire quanto più possibile la sua sola presenza.
Nudo che scende le scale 1912
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