La donna lunare 1942
Pollock introduce un linguaggio figurativo basato su figure totemiche o mitiche, segni ideografici e ritualismi interpretati come referenti di esperienze rimosse e memorie culturali della psiche. La donna luna rimanda all'impianto cromatico e alla composizione di Picasso. È possibile che Pollock conoscesse la poesia, ma è più verosimile che fosse pervaso dall'interesse per Baudelaire e i simbolisti, intenso in quel periodo.
Occhi nel caldo 1946
Occhi nel caldo anticipa i quadri che Jackson Pollock realizza con la tecnica del ''dripping'' (sgocciolamento). Non applica più il colore con il pennello, ma lo spreme direttamente dal tubetto sulla tela, lo spinge e lo spande con arnesi smussati per creare una crosta spessa e irregolare. Lo sguardo scorre su larghe strisce di colore che piombano, sbandano, ripiegano, si alzano e cadono aritmicamente su tutta la superficie. Qua e là appaiono occhi intenti di creature nascoste, a imitazione, nel loro brulichio, dell’incessante movimento degli occhi dell’osservatore.
Sentieri ondulati 1947
Anche qui utilizza la tecnica del “dripping”. L’ artista mettendo la tela per terra, può sfruttare tutta la superficie del supporto, può intervenire da tutti e quattro i lati e lasciare che le tracce di colore si dilatano in tutte le direzioni, mosse dal caso. Realizza la pittura attraverso un'azione, cioè i movimenti o i gesti armoniosi del corpo. Il dipinto è un'espressione della protesta che l’ artista fa contro un mondo industrializzato, che man mano, sta travolgendo tutto e tutti.
Number 2 1950
Pali azzurri 1953
Su uno sfondo grigio-nero di metallica colorazione si dispongono vari intrecci di tonalità rosse e gialle. Su tutto emergono otto segmenti neri che danno il titolo al quadro. Da notare che il blu citato dal titolo in realtà è del tutto assente dal campo cromatico del quadro. Esso è quindi elemento suggerito ed evocato più che realmente rappresentato, e la cui assenza introduce un primo elemento di tensione drammatica. Il contenuto del quadro si addensa in queste conflittualità: il blu, simbolo di spazio e serenità, che non riesce ad apparire, i pali che non riescono a prendere una forma sicura e stabile. Ma lo sforzo dei pali di prendere forma e colore sembra quasi un’allegoria degli sforzi umani di riemergere dal caos in cui la vita si muove. L’opera sembra così suggerire che la razionalità non è del tutto assente: da qualche parte sopravvive, ma è praticamente schiacciata dall'irrazionalità, che "forse" vincerà.
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