Umberto Boccioni
Rissa in galleria 1910
Il dipinto, appartenente ad una prima fase artistica di Boccioni, mostra già la tensione tipica dei dipinti futuristi sebbene conservi ancora retaggi naturalisti, soprattutto nella definizione delle figure che risultano ben delineate e riconoscibili. Tuttavia, esse sono disposte in modo tale da conferire dinamicità alla tela. Il soggetto pittorico è una folla di persone che si accalca di fronte alla buvette di Gaspare Campari (divenuta successivamente "Gran Bar Zucca" nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano), per seguire una zuffa fra due donne.
La città che sale 1910
Le pennellate a tratteggio hanno andamenti direzionati funzionali non alla costruzione di masse e volumi ma alla evidenziazione delle linee di forza che caratterizzano i movimenti delle figure. La composizione del quadro conserva ancora un impianto in parte tradizionale. La scansione delle figure avviene su precisi piani di profondità con in basso le figure in primo piano e in alto le immagini sui piani più profondi. Il quadro si divide sostanzialmente in tre fasce orizzontali corrispondenti ad altrettanti piani. Nel primo in basso Boccioni colloca le figure umane, nel secondo al centro dominano alcune figure di cavalli, nel terzo piano compare lo sfondo di una periferia urbana, che va probabilmente identificata con un quartiere in costruzione di Roma.
Dinamismo di un corpo umano 1913
Il dipinto si avvicina molto alla “La città che sale” per i sui frenetici ritmi svolti dall’artista in uno stile più libero e consono a quello del suo periodo, lasciando immutata la geometria impiegata nelle precedenti composizioni.
Forme uniche della continuità nello spazio 1913
Cavallo+cavaliere+case 1914
Carlo Carrà
Ciò che mi ha detto il tram 1911
Manifestazione interventista 1914
In essa l’autore affermò di aver voluto rappresentare il volteggiare di volantini lanciati in aria da un aereo su Piazza del Duomo a Milano. La vediamo come un vortice centrifugo di segni che sono resi dinamici dalla disposizione a raggiera di linee rette, suggerisce quasi l’impressione dell’onda sonora che si diffonde nell'aria, mentre i colori contribuiscono a dare questo senso di espansione partendo dal nero del centro per arrivare ai toni giallastri e rosati dei bordi. L’opera fu pubblicata sulla rivista Lacerba il giorno in cui la Germania dichiarò guerra alla Russia.
Sintesi futurista della guerra 1914
Giacomo Balla
Bambina che corre sul balcone 1912
Il movimento della piccola, ossia lo spostamento continuo del suo corpo nello spazio, è sottoposto a un'analisi capillare. Le linee verticali e orizzontali del parapetto si sovrappongono alle parti del corpo della ragazzina, fondendosi in un'unica visione dinamica. Per ottenere questo effetto il pittore ripete più volte, in posizioni diverse ma sempre molto ravvicinate, la stessa forma: la testa rotondeggiante; gli spigoli, orientati in direzioni diverse, di ginocchio e gomito piegati; il tacco e la punta dello stivaletto. Si produce l'effetto dello spostamento e della velocità. La scelta cromatica è rilevante: il pittore traduce la vivacità della bambina con colori accesi accostati liberamente, piccoli tasselli di azzurro, verde e marrone che, in dialogo con il bianco, creano una sorta di moderno mosaico in movimento.
Numeri innamorati 1924-25
Giacomo Balla vi ha rappresentato dei numeri in un contesto che appare particolare poiché a una serie estratta dalla sequenza di Fibonacci (3, 5, 8) si aggiunge un 4 il quale pare un intruso, in quanto estraneo a questo criterio di preferenza.
Il vestito antineutrale 1914
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